I wrote a descriptive text about the work of Swiss artist Celestino Piatti for the monograph titled Everything i paint has eyes.
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A thin white line crosses the black hole on the page. All around it vivid dots in tempera give the impression of fluorescent bulbs. Then a yellow circle. The sun? The moon? A spotlight? We hear the trot of a white horse entering the scene and then the roll of drums and a gasp from a crowd we cannot see. There she is, beautiful in her white tutu and holding a green paper parasol, the red-haired tightrope walker. We can only catch a glimpse of her by peeking through the keyhole of Celestino Piatti’s world.
Una sottile linea bianca attraversa il buco nero nella pagina. Tutto attorno dei puntini vivaci a tempera danno l’impressione di essere delle lampadine fluorescenti. Poi un cerchio giallo. Il sole? La luna? Un riflettore? Si sente il trotto di un cavallo bianco che entra in scena e poi il rullo dei tamburi e un sussulto proveniente da una folla che non riusciamo a vedere. Eccola, bellissima nel suo tutù bianco mentre impugna un ombrellino di carta verde, sta l’equilibrista dai capelli rossi che riusciamo a intravedere solo per un secondo spiando attraverso il buco della serratura del mondo di Celestino Piatti.